Ho scelto di raccontarti la genesi e l’evoluzione del progetto materico Frammenti di Mare perché sono certo che può esserti utile almeno in due modi: dedicare il tuo tempo e la tua attenzione a qualcosa che fa parte di te e superare un momento di blocco in un tuo qualsiasi progetto se qualcosa non è andato come volevi.
Ma andiamo con ordine e cominciamo dall’inizio, quando faccio riferimento a dedicare il tempo a qualcosa che fa parte di te.
Nel caso di questo progetto è stato il mio mare. Volevo creare un progetto che lo raccontasse ma soprattutto che mi permettesse di portarlo nella quotidianità.
L’ispirazione, da persona nata e cresciuta circondata dal mare, è stata immediata.
Il mare ha avuto ed ha per me un ruolo molto importante nella persona che sono oggi. Rappresenta il cambiamento continuo ma al tempo stesso è qualcosa di quasi eterno. Pensa a questo: è l’unica cosa che quando la vedi sembra sempre uguale, eppure non è mai uguale a se stesso nemmeno per un attimo! (è impossibile fotografare il mare identico a se stesso in due scatti fotografici)
Ti racconto questo perché mi piacerebbe che per un attimo pensassi anche tu a qualcosa che fa intimamente perte di te e di cui senti la voglia di parlare agli altri, che ti dà pace o in cui semplicemente ti ci rivedi. Può essere un luogo, un elemento, un cibo, un animale…
Trovare questo qualcosa e trovare il modo di condividerlo in una qualche forma è già un grande passo avanti che ti farà sentire bene perché starai cominciando a tirare fuori qualcosa che fa parte di te e ti rende una persona diversa dalle altre.
Dopo aver scelto appunto di voler raccontare il mare ed avere sperimentato vari mezzi espressivi come il gesso, mi serviva un modo per unire queste due idee e ho iniziato a provare vari tipi di lavorazioni. Avevo trovato le mie onde!
Il progetto stava cominciando a prendere forma.
Uno strumento che mi ha fatto innamorare all’istante sono state delle particolari vernici acriliche metalliche che unite alle basi in gesso avevano un effetto incredibilmente interessante.
Avevo trovato l’idea, il mezzo espressivo e la finitura che cercavo. Sembrava che avessi trovato tutti gli ingredienti per esprimere quello che volevo ma un workshop ha cambiato le carte in tavola arrivando al momento giusto, quasi per caso.
Un sabato pomeriggio infatti alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano ho partecipato ad uno dei workshop più interessanti fatti fino ad ora: la colata in gesso. Questa tecnica, utilizzata da Pomodoro come base per creare le sue famose sculture, ha come idea quella di far colare il gesso liquido su delle forme di argilla precedentemente lavorate in negativo (cioè la forma opposta a quella che il gesso creerà).
Ero entusiasta all’idea di provare subito quella tecnica sul mio progetto. Non vedevo l’ora.
Così mi sono dato da fare e ho cominciato, ma pensare in negativo non è stata una cosa semplice.
Riuscivo bene a dare all’argilla le forme che volevo ma non riuscivo ad ottenerle in negativo quando creavo la forma in gesso. In più, spesso il gesso si sgretolava o risultava troppo poroso per essere verniciato e i risultati erano molto diversi da quelli che avevo in mente:
Il gesso con questa tecnica di era dimostrato un fallimento per il mio progetto ma tutto sommato un aspetto interessante di tutto questo c’era.
Avevo riscoperto l’argilla.
Da bambino avevo provato ad utilizzarla ma con scarsi risultati. Adesso era tornata ed io ero diverso.
L’argilla é un materiale dalla malleabilità incredibilmente interessante, facile da utilizzare, dai toni neutri e molto economico. Era il materiale che cercavo.
Così ho ricominciato da capo.
Lavorarla con le dita dopo averla inumidita con l’acqua mi ha dato degli effetti bellissimi; imperfetti e morbidi, come le onde.
Inoltre, non appena ho provato a dipingerla con il colore metallico una volta asciutta, la resa era perfetta.
Mancava solo il confezionamento finale prima di spedire l'opera finalizzata.
Avevo trovato il risultato che cercavo proprio grazie ad un fallimento.
E qui torniamo al secondo punto di cui ti parlavo all’inizio: superare un momento di blocco in un tuo qualsiasi progetto se qualcosa non è andato come volevi.
Se non avessi avuto tutti quegli intoppi e quelle difficoltà con il gesso forse avrei fatto l’errore di non porre l’attenzione sull’argilla, che dal primo momento era sempre stata sotto i miei occhi.
Succede spesso che quando ci buttiamo a capofitto su qualcosa, focalizziamo l’attenzione solo su una direzione. A volte però capita che le cose non vadano come volevamo e abbiamo l’impressione di non restare con nulla in mano.
Non è mai così.
C’è sempre qualcosa che possiamo prenderci indietro. Una direzione diversa verso cui guardare a cui prima non prestavamo attenzione.
Ti ho raccontato questo progetto non solo per mostrarti come l’ho realizzato ma soprattuto perché vorrei davvero che non permettessi mai di farti bloccare dalla paura di sbagliare qualcosa.
Molto molto spesso è proprio grazie alle deviazioni di percorso che si visitano i posti più belli.
Prova, sperimenta, sbaglia e utilizza quegli imprevisti a tuo vantaggio.
C’è sempre qualcosa di interessante, basta saperla vedere.